
Tu non lo sai ma quando vedi Pitigliano la prima volta una parte del tuo cervello rimane impressionata come se avesse preso una scossa. Stai in macchina con tua moglie che ti dice che hai sbagliato strada, che non è giusta per andare sull’autostrada. I bambini dietro, strangolano il cane. Ti guardi intorno e c’è solo campagna. A destra appaiono dei silos bianchi, avanzi ancora un po’ giù per una discesa e ti affacci di fronte a qualcosa di antico, che avevi dentro e non lo sapevi, che forse qualcuno ti ha raccontato e l’hai immaginata quando eri piccolo. In una valle stretta e verde si solleva una nave di tufo su cui è posato un paese di case appese, una schiacciata sull’altra come nelle favole, c’è il campanile, gli archi pure un ponte e forse dei pellegrini che arrancano su per la salita. E allora freni, scendi dalla macchina e ti sporgi dal belvedere, insieme ai figli che stranamente sono silenziosi e tua moglie ha smesso di parlare per la prima volta. E sai che hai ritrovato un pezzo di te, forse una tua reincarnazione precedente che aveva vissuto in quel posto. E poi ci sono quelli che si fanno i selfie, ma questa è un’altra storia. Niccolò Ammaniti